Le strategie per aumentare il proprio business e ottimizzare il lavoro sono tante, ma tutte devono seguire il processo di digitalizzazione che stiamo vivendo. Cosa si può fare?
Un’azienda per rimanere competitiva ha bisogno di stare al passo con i tempi. È questa la regola aurea. Oggi siamo immersi in una forte trasformazione digitale, che ha cambiato le nostre abitudini e ci ha permesso di scoprire nuovi modi di lavorare. Ne è un esempio il remote working, pratica orami sempre più diffusa, da cui è difficile tornare indietro.
Oltre ad innovare i propri processi, affidandosi a dei consulenti esterni, le aziende dovrebbero assecondare le nuove richieste dei lavoratori e impegnarsi per costruire un ambiente innovativo a sostegno del work life balance.
Le relazioni tra colleghi e le attività quotidiane possono essere ottimizzate con strumenti di lavoro innovativi, che come conseguenza immediata daranno un deciso incremento delle performance. Provare per credere.
I dati
L’agenzia inglese Hays ha pubblicato un rapporto nel quale evidenzia la poca probabilità di un ritorno alla formula classica, caratterizzata dalla fascia oraria 9-17 e dalla presenza in ufficio.
Dalle statistiche si evince che:
- Il 45% del personale di Director/C-Suite pensa che il tradizionale lavoro d’ufficio dalle 9 alle 17 non tornerà.
- Il 41% dei Baby Boomers pensa che non si tornerà a fare l’orario 9-17 contro solo il 27% della Generazione Z.
- Il 31% di tutte le persone intervistate non è sicuro, il 35% pensa che le 9-17 siano superate e il 34% pensa che le giornate lavorative torneranno alla normalità.
- Il 70% del management si sposterà verso un lavoro che offre lavoro a distanza.
- Il 64% della generazione Y ha maggiori probabilità di passare a un lavoro che offre lavoro ibrido o remoto.
Le persone altamente qualificate, dunque, richiedono condizioni di lavoro a distanza. Più della metà degli intervistati si trasferirebbe per un lavoro che promette ambienti di lavoro da remoto.
Un’altra ricerca della società di consulenza Willis Towers Watson, svolta su un campione di aziende italiane e rappresentanti circa 155mila lavoratori, conferma il cambio di rotta. Fino a due anni fa in Italia l’82% dei dipendenti lavorava in ufficio, il 12% in modalità ibrida, il 6% da remoto, nel 2021 siamo passati al 32% di lavoratori in ufficio, 31% in modalità ibrida e 38% da remoto.
Le cose, insomma, sono cambiate: solo il 23% passa la maggior parte del suo tempo sul luogo di lavoro, il 18% sempre in azienda, il 26% in modalità mista, il 13% maggiormente da remoto, in minoranza in presenza, il 20% solo da remoto e raramente in azienda: quindi in tutto il 33% lavora soprattutto da casa.
Mentre la pubblica amministrazione relega il remote working come eccezione alla presenza in ufficio, le imprese private hanno capito le nuove tendenze. Tuttavia non basta, perché adesso è necessario che queste nuove tendenze si radicalizzino e non diventino, come per la pubblica amministrazione, qualcosa di passeggero.
Parola d’ordine: innovare
Costruire un ambiente innovativo vuol dire ascoltare le persone e migliorare la loro qualità della vita. Le aziende più innovative contribuiscono alla crescita dell’occupazione, mentre quelle poco digitalizzate, e ancorate a vecchi concetti, sono più soggette alla dimissione dei dipendenti.
Oggi le aziende hanno la grande opportunità di assumere talenti provenienti da diverse parti del mondo. Con una postazione computer e una buona connessione Internet, infatti, si può lavorare per qualsiasi azienda.
Ed è possibile coniugare vita lavorativa e vita privata in modo nuovo. Un’azienda, che permette ai suoi dipendenti di lavorare da un’isola paradisiaca o da uno chalet in montagna, aiuta le persone a bilanciare le mansioni con la propria sfera privata, generando produttività e serenità mai provate prima. Per questo motivo nell’ultimo periodo sempre più persone abbracciano il workation e partono alla visita di nuovi paesi o città, senza rinuncia al loro lavoro.
Il classico orario di ufficio, insomma, non esiste più. Non è certamente facile trovare un nuovo equilibrio ma la libertà e l’autonomia che si guadagnano sono molto gratificanti e modificano l’approccio stesso al lavoro.
Per garantire che il team sia unito, nonostante dislocato, l’azienda deve implementare una serie di strumenti digitali, come ClickUp e Workplace. Si tratta di software che ottimizzano la gestione delle attività quotidiane, permettono di organizzare il tempo e di scambiarsi qualsiasi opinione e file, grazie a video call di alta qualità.
In aggiunta, periodicamente possono essere organizzare delle attività di team building: ad esempio, una giornata in montagna dove tutti i membri del team hanno la possibilità di conoscersi meglio e condividere un’esperienza entusiasmante.
La digitalizzazione, insomma, è un’opportunità per svecchiare il sistema italiano delle aziende e rendere le persone davvero felici del loro lavoro.
Questo significa investire sulle nuove tecnologie e sul capitale umano, seguendolo anche nella formazione digitale. Coltivare le competenze digitali, infatti, non è più una scelta ma una vera necessità.