La digitalizzazione ha aperto nuove possibilità per le aziende. Il remote working sembra essere il lavoro del futuro ma ci sono alcune difficoltà che frenano la sua applicazione
Lavorare da remoto è ormai una modalità sempre più diffusa in tutto il mondo. E secondo alcuni studiosi non sarà più possibile tornare indietro: la classica formula 9-17 da ufficio sembra essersi dissolta, aprendo ad un nuovo mondo digitalizzato e iperconnesso.
Il remote working implica un concetto nuovo, quello di flessibilità. Una certa fluidità organizzativo-gestionale a cui non eravamo abituati, ma che sembra piacere molto. Questa risponde alle nuove esigenze dei datori di lavoro di ridurre i costi e incrementare la produttività, ma anche alle nuove esigenze dei lavoratori. Grazie alla maggiore autonomia, i dipendenti conciliano meglio vita professionale e personale, potendo godere di libertà nella gestione della loro vita.
Le due caratteristiche principali del remoto working, dunque, sono:
- 1. la de-materializzazione del luogo di lavoro
- 2. la fluidità dei tempi di lavoro
Lavoro dislocato
Si può lavorare ovunque. Il perimento del mercato lavorativo si è ampliato, infatti si può cercare lavoro anche all’estero, se si dispone di un computer e una rete internet. In più. Se in casa non ci si sente a proprio agio, stanno nascendo degli spazi chiamati “coworking”.
Per coworking si intende la condivisione di un ambiente con altri professionisti dello stesso settore o di settori diversi. Pur lavorando in condivisione, la particolarità di questa modalità è che ogni singolo individuo mantiene la sua attività indipendente, ma allo stesso tempo si ha la possibilità di conoscere persone nuove e perché no, raccontarsi le proprie esperienze e competenze.
Sono molte le aziende che sfruttano le possibilità del digitale per cercare talenti dislocati: i migliori talenti possono trovarsi anche dall’altra parte del mondo. Importante, in questo caso, allora pensare alcune strategie per farsi notare. Tra queste sicuramente troviamo la necessità di sviluppare la propria reputazione (personal branding) e crearsi un network professionale, utilizzando i vari canali comunicativi, come Instagram e Linkedin.
Lavoro per obiettivi e non per tempo
Non esiste più uno schema vecchio di orari stabiliti, ma si è liberi di gestire il proprio lavoro. L’importante è raggiungere l’obiettivo: unico vincolo rispettare la scadenza di consegna. È richiesta, dunque, maggiore autonomia.
Lavorare per obiettivi è una vera e propria soft skill e come tale deve essere esercitata. Il lavoratore deve essere in grado di captare le esigenze dell’azienda, senza la necessità di essere controllato di continuo. Libertà e responsabilità sono le parole chiave che sottendono il remote working.
Aziende e remote working
Le aziende, dunque, devono fidarsi dei lavoratori. Queste hanno vissuto negli ultimi due anni una digitalizzazione fortissima, che stravolto i vecchi schemi. Per avviare il lavoro a distanza molte hanno dovuto investire sulla trasformazione digitale dei loro processi. Ancora oggi si discute quali siano i migliori strumenti per tutelare la nuova forma lavorativa e come farla funzionare al meglio.
Sicuramente è necessario dotarsi di nuove piattaforme, che semplifichino le performance lavorative, ma soprattutto la comunicazione tra i vari membri del team. Altra questione importante riguarda la protezione informatica. Deve essere possibile svolgere regolarmente le attività per mantenere i dispositivi sicuri e aggiornati. Se ai lavoratori è data libertà di orario, scaricare un aggiornamento mentre si sta facendo un meeting con un cliente, può, ad esempio, creare problemi di connessione. Ancora più complessa è la sicurezza informatica dell’azienda nella sua globalità.
Le sfide sono tante ma la digitalizzazione è un processo inarrestabile. Stare al passo con i tempi oggi può fare davvero la differenza. L’incertezza di nuovi investimenti è comprensibile, ma i lavoratori hanno modificato le loro abitudini e tornare indietro sembra davvero difficile.