Lavorare da remoto, vivere dove vuoi, viaggiare senza limiti di tempo o di spazio.
È il sogno di tanti, ma in pochi sono davvero determinati a farlo. Per quale ragione?
Oggi ti racconto “l’altra faccia della medaglia” e ti spiego i motivi per cui quella del nomade digitale non è sempre la vita che tutti vorremmo.
Chi sono i nomadi digitali?
Innanzitutto, facciamo chiarezza su questo termine. Sebbene sia un trend largamente in voga, in alcuni casi questa espressione non viene utilizzata correttamente.
I nomadi digitali sono quelle persone che svolgono un lavoro digitale da remoto e conducono uno stile di vita da “nomade”, ovvero si spostano in continuazione.
Si stanziano in un posto per un breve o medio periodo, per poi fare la valigia e disfarla solo una volta arrivati in un altro luogo sconosciuto. Sono persone dedite al viaggio, spesso in solitaria, e si muovono anche da un continente all’altro, grazie alla loro capacità di adattamento e flessibilità.
Per intendersi, un nomade digitale non è chi decide semplicemente di trasferirsi altrove, inseguendo il benessere e la qualità della vita in un luogo più economico o più comodo.
L’idea di poter viaggiare pur continuando a lavorare sembrerà per molti una favola, uno di quei sogni irrealizzabile da tenere nel cassetto. Eppure, non tutti sono disposti ad accettare alcuni compromessi che questo stile di vita comporta.
Analizziamoli insieme per capire a tutto tondo cosa significa scegliere di diventare un nomade digitale
Vita da nomadi digitali: quello che NON ci viene detto
Quando si pensa a un nomade digitale, spesso tendiamo a rifugiarci nei lati positivi, senza riflettere su quelli che sono invece “i lati oscuri” di questo stile di vita. Ebbene, lavorare viaggiando significa anche fare dei compromessi, e significa anche, soprattutto, affrontare momenti difficili, che spesso hanno a che fare con la nostalgia di casa, o semplicemente sentirsi “soli”.
Con questo non voglio dire che si trattano di situazioni e momenti che non si possono superare, ma credo che prima di prendere una decisione di questo tipo, si debbano fare i conti con alcune questioni delicate. Alcune di carattere sociale. Vediamole insieme
“Quando riparti?”
Nella top ten delle domande più fastidiose per chi ha la fama di viaggiare spesso è sicuramente questa.
Dopo un lungo periodo fuori, spesso succede che quando rientri, la maggior parte delle persone ti chiederà informazione sui tuoi piani futuri, dando per scontato che li avrai già pronti e chiari, ma peggio ancora, che tu non ci sarai.
A volte ti troverai ad accettare che alcuni rapporti cambieranno, e purtroppo non sempre in meglio. Dovrai affrontare la fatidica realtà che alcuni legami si scioglieranno pian piano, mentre tanti altri ancora si stringeranno e si faranno più solidi.
Saranno proprio questi ultimi a diventare le tue “colonne” e talvolta il motivo per cui sarai felice di tornare. Esser pronto a lasciar scorrere e vivere questo cambiamento è uno dei compromessi più forti.
“Non ti ho chiamato perché non sapevo che ci fossi”
Altra frase tipica per coloro che viaggiano spesso, perché come ho già detto alcune persone daranno per scontato la tua assenza.
Non è cattiveria, ma è un processo naturale. Probabilmente certe volte ne sarai stanco, altre invece è una condizione che ti scivolerà addosso. Spesso desidererai di sdoppiarti, di passare il tempo con le persone a te care, pur continuando a viaggiare, conoscere ed esplorare. È un compromesso importante, da non sottovalutare.
Con questo non voglio dire che la vita da viaggiatore sia un incubo, piuttosto credo che ci siano caratteri e priorità davvero diverse in ognuno di noi. Saper affrontare certe situazioni non è semplice, e soprattutto, non è da tutti.
Adattarsi e iniziare tutto da capo
Chi sceglie questo stile di vita, ha sicuramente una mentalità flessibile, predisposta al cambiamento e capace di adattarsi (e arrangiarsi) ad ogni situazione.
A volte però, diciamocelo, questo continuo spostamento, modificare le proprie abitudini e iniziare sempre da capo, è estremamente stancante.
Immaginate infatti di dover cambiare città, adattarsi ai suoi ritmi, alla cultura del posto, al farsi nuove amicizie e trovare i propri temi e i propri spazi in un ambiente sempre nuovo. Sicuramente un’esperienza piena di stimoli e sfide con sé stessi. Ma cercare e ampliare la propria comfort zone non è affatto semplice e per nulla scontato.
Il primo passo è sicuramente accettare che ci saranno posti in cui ti risulterà più facile e immediato, altri decisamente meno. Ci saranno momenti difficili in cui si affaccia la nostalgia di casa e saranno proprio quelli in cui dovrai farti forza per ricordare con ancora più entusiasmo i motivi che ti hanno spinto a partire.
Insomma, viaggiare ed esplorare è sempre un’occasione unica per crescere e sarà fonte di molteplici stimoli qualsiasi sia la destinazione. Ogni momento difficile superato sarà un passo in più per credere in sé stessi.
Il mio consiglio, quindi rimarrà sempre quello di partire e conoscere posti nuovi, purché ci sia consapevolezza anche di questi “lati oscuri” e tenerli sempre a mente quando deciderai di intraprendere una vita da nomade digitale.
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