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la nuova frontiera del turismo: il workation, lavorare stando in vacanza

La nuova frontiera del turismo: il workation, lavorare stando in vacanza

Ilaria di Giuseppe
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la nuova frontiera del turismo: il workation, lavorare stando in vacanza

La nuova frontiera del turismo: il workation, lavorare stando in vacanza

Ottobre 20 •
Lettura in 4 min

Hai sempre desiderato lavorare fuori dalle quattro mura di un ufficio magari ammirando il mare o un paesaggio di montagna? Si può fare

Il remote working ha davvero cambiato le nostre abitudini. Oggi è possibile lavorare senza il vincolo di recarsi ogni giorno in ufficio, risparmiando tante risorse economiche, ma anche tempo e inutile stress. È impegnativo, infatti, restare bloccati nel traffico alle 7 del mattino e reggere i ritmi degli spostamenti quotidiani, che a lungo andare rischiano di far perdere motivazione.  

Lavorare a distanza, insomma, implica tanti vantaggi, tant’è che una volta sperimentato, è difficile tornare indietro. Su questa scia, la famosa agenzia inglese Hays ha pubblicato un rapporto nel quale evidenzia la poca probabilità di un ritorno alla formula classica, caratterizzata dalla fascia oraria 9-17 e dalla presenza in ufficio.

Sempre più diffusa è la tendenza di abbinare lavoro e vacanza, ovvero il workation (dall’unione delle due parole inglesi “work” e “vacation”). Avendo la possibilità di lavorare da qualsiasi posto, molti lavoratori ne approfittano per girare il mondo, visitare qualche città di interesse, godendo di paesaggi mozzafiato e rilassandosi, mentre svolgono le loro quotidiane attività lavorative.

Rialzo della produttività e dell’economia

Si tratta di un nuovo modo di vivere il lavoro e il tempo libero, che dà molta soddisfazione, procurando piacere e aumentando la produttività. Uscendo, infatti, dalla propria comfort zone molte persone percepiscono una maggiore creatività e motivazione, perché circondati da stimoli sempre nuovi.

Inoltre, girando per diverse località, chi decide di sperimentare il workation aiuta l’economia e in particolar modo il settore turistico, che come sappiamo ha sofferto molto negli ultimi anni. Insomma, si tratta di una pratica innovativa, che rompe con i tradizionali schemi, ma che sembra portare benefici sia a livello individuale sia a livello sociale.

I dati

Un’indagine di Airbnb, condotta su un campione di 2.000 dipendenti e basata sulle ricerche di prenotazione sul portale, ci mostra una fotografia chiara: sempre più persone vogliono lavorare stando in vacanza e lontano da casa. Complici gli ultimi due anni che abbiamo vissuto, le persone hanno voglia di muoversi e visitare luoghi.

Il 34% degli intervistati cercherebbe una sistemazione raggiungibile in giornata in automobile dalla propria residenza, meglio se all’interno della stessa regione (20%). Il 13% prenderebbe in considerazione un altro paese europeo. Il 39% degli intervistati lavorerebbe con piacere da una casa vista mare, il 20% nel calore di uno chalet di montagna, il 13% da una casa al lago. C’è chi poi preferisce una grande città (il 7%) e chi si accontenterebbe semplicemente di un cambio di scenario, quindi di una casa in una città diversa.

Pacchetti ad hoc per lavorare e godersi una vacanza

I professionisti del settore turismo si sono impegnati per cogliere e sfruttare al meglio la nuova tendenza del workation. Sia in Italia sia all’estero, infatti, diverse strutture e località hanno ideato delle formule con sconti e agevolazioni, per chi vuole lavorare stando in vacanza e visitando luoghi meravigliosi.  

Courmayeur

Courmayeur, ad esempio, ha inventato dei pacchetti che comprendono una postazione di lavoro con vista sul Monte Bianco e pausa pranzo gourmet al ristorante con offerte sorprendenti. Questa iniziativa si inserisce all’interno de Il Manifesto dello smart working etico, un modello di turismo differente che candida Courmayeur a città ideale per chi lavora in remote working e vuole ritrovare un ritmo lento, fuggendo dalla città in ogni periodo dell’anno.

Sulla stessa linea si colloca Borgo Office, la prima piattaforma che unisce remote working e aziende agricole dei piccoli centri, disposte ad ospitare i lavoratori in cerca di riposo e di una natura incontaminata. Le strutture sulla piattaforma sono ad oggi una decina. Il pacchetto proposto è gratuito, ma chi lo utilizza può sostenere la struttura con l’acquisto di prodotti a chilometro zero e contribuire a risolleva l’economia dei borghi italiani.

Restando all’interno del paesaggio naturalistico, citiamo l’Oasi Galbusera Bianca, nel Parco della Valle del Curone (Brianza), una delle prime realtà che ha intercettato il nuovo modello di turismo del workation, offrendo pacchetti e formule molto interessanti per lavorare da remoto e soggiornare nell’agriturismo.

Le strutture in montagna, inoltre, sono da supporto per un’altra tendenza sempre più in voga: lo smartrekking, per cui chi ama camminare in montagna, può farlo senza rinunciare al proprio lavoro. Grazie alla diffusione del remote working e della banda larga è finalmente possibile lavorare anche da rifugi, alpeggi e borghi sperduti.

Seychelles

Ma non solo montagna. Altra meta molto gettonata, infatti, è il mare. Citiamo il caso delle Seychelles. Nel mese di marzo 2021 è stato lanciato il Seychelles Workation Retreat”, un programma di agevolazioni di soggiorni medi-lunghi che vuole incentivare il mix tra lavoro e vacanza. Il progetto innovativo, che è diventato esempio per altre iniziative simili in Italia, permette di soggiornare e lavorare in resort selezionati, utilizzando tutti gli strumenti digitali necessari.

Per chi non vuole trasferirsi su lunghi periodi, non preoccupatevi. È possibile anche visitare una città o una località di mare/montagna semplicemente per una settimana o qualche giorno. Abbiamo già analizzato le 7 mete ideali in Italia e quelle all’estero per coniugare lavoro e vacanza, in cui troverete i migliori comfort tecnologici, una connessione Internet di qualità, ma anche spazi ed eventi ricreativi.  

Insomma, non ti resta che scegliere la tua meta preferita e partire!

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