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lavorare da remoto senza esperienza: le soluzioni

Lavorare da remoto senza esperienza: le soluzioni

Ilaria di Giuseppe
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lavorare da remoto senza esperienza: le soluzioni

Lavorare da remoto senza esperienza: le soluzioni

Gennaio 6 •
Lettura in 3 min

Come si può lavorare da remoto restando efficienti e davvero produttivi? Ecco dei consigli utili se sei alle prime armi

Il remote working non è per tutti, possiamo ammetterlo. Alcune persone, infatti, hanno bisogno del continuo contatto con gli altri per dare il meglio.

I lati oscuri del lavoro fuori dall’ufficio, infatti, ci sono. Tra questi c’è la possibilità di cadere nel “bornout”, quella sensazione di sfinimento, che, a sua volta, porta il calo dell’efficienza lavorativa, l’aumento del distacco mentale e del cinismo.

Da non trascurare neppure il cosiddetto “workaholism”, la dipendenza da lavoro. Sappiamo che lavorare da remoto implica una maggiore responsabilità. Alcuni potrebbero avere difficoltà ad orientarsi, non riuscendo più a dividere lavoro e tempo libero, finendo per rimanere attaccati allo schermo tutto il giorno.  

Come rendere produttivo il remote working

Insomma, senza esperienza e consapevolezza, il remote working può diventare pesante e alienante. Tuttavia, esistono delle soluzioni, o semplicemente dei consigli, che possiamo seguire per rendere il nostro lavoro a distanza migliore.

1. Acquisire le giuste competenze digitali

Sembrerà banale ma non lo è. Se si fatica a gestire il lavoro o comunicare con gli altri, infatti, subentra una sorta di distacco che può davvero compromettere il nostro benessere.

Le digital soft skills sono oggi fondamentali sia nella quotidianità sia nel mondo lavorativo perché sono competenze che permettono di rimanere al passo con i tempi, con la vita che ci circorda. La buona notizia è che si possono allenare quotidianamente. Ecco le competenze digitali che ti aiuteranno per il lavoro con il tuo team aziendale a distanza:

Virtual communication: prima cosa che bisogna fare per lavorare in modo efficiente con gli altri è comunicare. È importante saper interagire con le tecnologie digitali che permettono di entrare in contatto e scambiare file.

Problem solving digital: capacità di risolvere problematiche, servendosi di diversi strumenti tecnologici, software e tool.

Digital safety: capacità di riconoscere i pericoli legati ad un uso non corretto degli strumenti digitali. Saper installare correttamente un programma per contrastare virus e malware.

Digital team working: capacità di lavorare in gruppo utilizzando piattaforme di organizzazione del lavoro e schedulazione degli obiettivi.

2. Utilizzare strumenti adeguati

Una volta acquisite le competenze digitali, bisogna praticarle usufruendo di applicazioni e programmi che facilitano il lavoro a distanza, in tutte le sue manifestazioni. Possiamo dividere due macro categorie di programmi:

  • programmi per schedulare ad esempio Clickup, vero e proprio strumento di project management. È utile perché permette di utilizzare una sola app per pianificare, organizzare e collaborare. Si va, infatti, dalla gestione dei vari step di progetto al time management, alla reportistica, alla collaborazione fra elementi del team. Si possono organizzare diversi “spazi”, come se fossero dei reparti dell’azienda. Per ogni space ci sono dei parametri diversi da impostare e si può customizzare un template per i progetti che sono contenuti. All’interno di uno space, si inseriscono, appunto, i progetti. Questi ultimi, a loro volta, racchiudono varie attività, chiamate “task”.
  • programmi per comunicare ad esempio Facebook Workplace, piattaforma che replica le medesime funzionalità di Facebook, ma con caratteristiche prettamente aziendali. È una sorta di profilo aziendale, per riunire in un unico “spazio virtuale” i colleghi. Oltre alla chat, si ha la possibilità di creare gruppi relativi ai vari team o addirittura creare un gruppo per ogni lavoro da gestire, inserendo le figure con le quali si collabora.  Si possono creare eventi e anche delle “stanze” per le videochiamate.

3. Fare community

Quale modo migliore se non condividere le proprie paure con altre persone? Ecco il ruolo delle community, che come un microcosmo virtuale ci fanno sentire parte di un tutto e danno la possibilità di sfogarci. Mitigare il senso dell’isolamento, trovare conforto e confronto: questi i benefici dei tanti gruppi virtuali cui possiamo accedere. Ma non solo.

Le community virtuali diventano occasioni per organizzare incontri dal vivo e lavorare insieme. In questo contesto, interessanti i co-working, luoghi che permettono di lavorare in modo indipendente sui propri progetti, ma rimanendo a contatto con altre persone. Il co-working,infatti, è nato dal bisogno di debellare l’isolamento del lavoro da casa, sfuggendo anche alle innumerevoli distrazioni dell’ambiente domestico.

L’evoluzione del co-working è il co-living, dove oltre a lavorare, le persone possono trascorrere il loro tempo libero insieme. L’esperimento, nato nella Silicon Valley qualche anno fa, nasce con l’obiettivo di aumentare la sinergia tra persone affini e combina lo spazio abitativo privato con zone comuni come spazi di lavoro, aree di svago, relax e piscine.

4. Formazione costante  

Non solo competenze digitali, ma anche le competenze trasversali sono necessarie per lavorare da remoto. Esistono dei corsi che spiegano come relazionarsi con gli altri attraverso uno schermo, come gestire il tempo e il lavoro da remoto, quali siano le migliori strategie per migliorare il benessere psicofisico e non cadere in isolamento.

AcademyQue, prima Digital e Business School totalmente online, ha progettato un Corso per aiutare proprio chi lavora da remoto a vivere meglio il cambiamento, indicando consigli utili ed errori da evitare. Si tratta di un corso fruibile quando e dove si vuole, una grande opportunità per i lavoratori, che vogliono autonomia e maggiore libertà. Senza paura di rimpiangere l’ufficio.

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